Grinta e personalità da vendere per il Capitano degli Sharks, Stefano Bagalini, per tutti semplicemente Fefè.
Universale classe 1981, insieme al fratello Roberto (direttore generale e sportivo) e ad una affiatatissima cerchia di dirigenti, qualche anno fa contribuì a fondare il Futsal Cobà, legando per sempre ai colori biancoazzurri la sua carriera.
Una carriera che era iniziata nel calcio a undici a soli 18 anni, quando aveva esordito nel professionismo in C1 con l’Alessandria, per poi vestire in seguito la casacche di Teramo, Avellino, Reggiana, Verona, Celano, Cisco Roma, Sambenedettese, Lanciano, Sangiustese e Fermana. Tantissime per Fefè le presenze in giro per l’Italia, tra la Cadetteria e la Terza Serie, arricchite da qualche ottima rete.
Dalla sua fondazione nel campionato UISP (dove esplose nella stagione di esordio con 28 presenze e 48 gol ) fino a ora, Stefano è diventato il cuore e l’anima degli Squali, grazie alla determinazione e lo spirito che sono propri del suo carattere e che lo hanno eletto a vero e proprio leader.

In questo momento il Futsal Cobà è in 4^ posizione insieme al Buldog Lucrezia. Come sta andando questo esordio nella nuova Serie?

Per il Futsal Cobà questo è il primo campionato in abito nazionale. Fino ad ora ci eravamo sempre misurati in un’ottica regionale. Sapevamo che il livello qualitativo si sarebbe innalzato, come pure il coefficiente di organizzazione delle squadre affrontate. Anche se come singoli giocatori non ci sono a mio avviso individualità trascendentali, in questo girone ci sono molte formazioni ben rodate, che giocano insieme da tanti anni e che sono difficilissime da affrontare proprio perché si conoscono e si intendono a memoria.

Cosa vi ha messo maggiormente in difficoltà? Dove si può intervenire?

Il punto che dobbiamo assolutamente migliorare è la concentrazione. In questa prima parte di stagione abbiamo alternato sprazzi da formazione navigata e consapevole ed altri in cui assolutamente non abbiamo approcciato bene mentalmente. Una discontinuità che in questo campionato si paga a caro prezzo e che ha avuto ripercussioni sulle nostre prestazioni e sulla classifica.

Sei il capitano degli Sharks: cosa significa per te quella fascia al braccio?

Da fondatore di questa Società e fratello del DG/DS, vivo il fatto di essere il capitano con un grande senso di responsabilità. E’ per me un grande onore rappresentare i ragazzi, ed ogni anno mi rimetto al volere del mister e della squadra. Mi inorgoglisce che anche quest’anno sia stato scelto io per indossarla. In campo mi impegno sempre per essene degno. Quando invece deciderò di appendere le scarpette al chiodo, sogno per me un futuro da dirigente. Sharks a vita.

Dopo un periodo positivo, nell’ultimo turno sono arrivati il pareggio esterno con l’Eta Beta e lo stop interno (senza velleità di passare il turno e con tantissimi assenti) con il Civitella. Quanta voglia di riscatto c’è?

Abbiamo una immensa voglia di tornare in campo e far vedere quanto valiamo. Abbiamo capito che dobbiamo impegnarci ancora di più, dare ancora di più di quanto abbiamo fatto fino a ora se vogliamo ottenere qualcosa di importante e vincere. E’ un campionato durissimo, forse più di quanto ci aspettavamo, ma non molleremo un centimetro e ci faremo trovare pronti. Specie in casa, non possiamo mai accontentarci e dobbiamo puntare sempre ai tre punti.

Nel fine settimana arriva alla Cobà Arena il Forlì, fanalino di coda del girone D a quota 3 punti, ma non per questo avversario da sottovalutare. Come affronterete questo impegno?

Affronteremo il Forlì all’arma bianca, cercando in tutti i modi di strappare la posta piena. Dopo questo turno avremo la sosta e non ci possiamo permettere di perdere ancora terreno. Loro sono sulle ali dell’entusiasmo, visto che sono reduci dal primo successo. In casa tutti aspettano che facciamo il nostro gioco per poi provare a colpirci in ripartenza. Non dovremo mai abbassare la guardia, rimanendo lucidi e cinici fino alla fine.